Lo so, non vivo fuori dal mondo.
La poesia agli occhi dei più è una cosa noiosa.
Ricordo ancora le facce dei miei compagni di scuola quando la professoressa di italiano leggeva le poesie di Montale, Saba, Ungaretti: impersonavano la noia in tutte le sue sfumature.
Quanti attori erano seduti dietro a quei banchi! Eravamo bravissimi a nascondere il sonno.
C’era chi camuffava l’abbiocco appoggiando la testa nell’incavo del gomito, la matita in mano issata come una vela sul foglio, intenta a simulare di prendere appunti.
C’era chi con quella matita disegnava vere e proprie opere d’arte cubiste sul banco o sul diario, disegni indecifrabili tanto dettagliati che “Picasso spostati!”
Poi c’era il sognatore, quello che fissava un punto fuori dalla finestra sognando la serata appena trascorsa o immaginando quella che sarebbe arrivata nel week end alle porte.
Ricordo anche i primi sprazzi di tecnologia, con i primi trogloditi Nokia nascosti dentro all’astuccio: quante partite a Snake durate ore intere con la guardia alta nel premere piano i tasti del telefono per non far sentire il loro ticchettio alla professoressa.
L’ultima fila era senza vergogna: alcuni dormivano con la testa appoggiata al muro, senza nemmeno tentare di coprire il respiro pesante nato dalla stanchezza dell’essere adolescente nei primi anni 2000.
La professoressa spesso ci provava ad accendere entusiasmi, a suscitare curiosità con attività di gruppo o tecnologiche.
Erano altri tempi: anche il semplice ascoltare una canzone in classe con il lettore cd o vedere un filmato in aula multimediale era una ventata di novità. Ma niente, il risultato era lo stesso: sbadigli, sguardi vuoti, voglia di fuga.
Questa è l’immagine che la poesia ha lasciato nella mente della maggior parte delle persone.
Poesia uguale noia. Poesia uguale difficoltà.
E poi, si sa: il poeta è colui che vive sugli allori, in mezzo a farfalline e nuvolette, usa il suo tempo per fantasticare, si fa mille viaggi mentali e come risultato partorisce una serie di banalità oppure una matassa di parole incomprensibili.
Proprio per questo spesso la poesia è stata rilegata ai circoli, alle lezioni dei professoroni alle università, al conto spasmodico di sillabe, alla ricerca di vocaboli aulici, allo studio di figure retoriche da imparare a memoria come le tabelline.
Come dare torto a tutto ciò.
E’ vero, questa è stata per decenni la caricatura della poesia e dei poeti agli occhi del mondo. Questa è l’immagine che in molti ancora sostengono, indignandosi nel leggere poesie contemporanee in cui la vita quotidiana e il suo ritmo pop hanno guadagnato il loro giusto spazio.
Ma la poesia non merita di essere messa in un angolo!
Sì, come Baby in Dirty Dancing la poesia merita di essere conosciuta da tutti, di uscire dai polverosi libroni delle biblioteche, dalle mura dei circoli.
La poesia può e deve arrivare alle orecchie di chiunque.
Ma in un mondo come il nostro, immerso nel dover correre per guadagnare per poi spendere per poi ricominciare a correre per riguadagnare di nuovo, come e dove leggere poesia?
In un mondo in cui la solitudine, amica dei versi, è combattuta come una nemica, un contenitore vuoto da riempire con video, reel, podcast, pubblicità, come dare ancora voce alla poesia?
Nella mia libreria ho sempre avuto decine di libri di poesia. Da ragazza passavo ore a sfogliarli lasciandomi colpire dalle intuizioni delle penne di chi li aveva scritti.
Poi la vita procede, le priorità cambiano e come tutti sappiamo il tempo libero viene assorbito e speso in altre attività vorticose.
Ultimamente è stata la mia stessa penna a risvegliarsi dopo tanti anni di silenzio e ha ripreso a scrivere. Subito quei libri sulle mensole hanno iniziato a richiamarmi.
Ho riletto con nuovi occhi poesie lette anni fa che avevo dimenticato, riscoprendo i messaggi nascosti in esse, sorprendendomi nello scoprire che i poeti autori di quei versi, prima visti come mostri sacri, quasi divini nella loro aura di notorietà, avevano vissuto esperienze del tutto simili alle mie.
E se erano così vicini a me, lo sarebbero stati anche a chi mi circondava.
Ma magari non tutti avevano il tempo o la voglia di andare alla ricerca di quei versi, di cercare i significati che io vedevo in loro.
PopPoesia nasce per questo.
Semplicemente è la voglia di condividere con voi queste mie scoperte, la voglia di far leggere più poesie a chi magari, comprensibilmente e senza vergogna non ne ha mai letta nemmeno una.
La poesia è venuta a bussare alla mia porta, senza giudicarmi e senza essere giudicata.
PopPoesia vuole trasmettere questo messaggio a chi lo vorrà ascoltare, comunicando la voglia di leggere, di scoprire, di curiosare un mondo che può essere d’aiuto nell’affrontare il presente e il futuro che ci aspettano. Per me è utile, essenziale come l’ossigeno e mi auguro che poco alla volta lo diventi anche per voi.
PopPoesia è un piccolo progetto in cui credo e ho deciso di ritagliarmi del tempo da dedicargli, per ora qui, presto spero anche in altri formati.
Se avete voglia condividetelo con chi avete attorno: da una poesia possono nascere spunti inaspettati! Diamole una possibilità!
Vi lascio con la poesia che ha fatto nascere in me l’idea e la voglia di creare questa rubrica.
È una poesia di Pablo Neruda e parla proprio di questo: del momento in cui l’autore scopre la Poesia, nel silenzio, nella notte o tra il rumore della gente. E poi quel coraggio imbarazzato dello scrivere i suoi primi versi quando ancora non sapeva come fare, saggio come chi non sa nulla; di come quel primo approccio alla poesia apre i suoi occhi, facendolo sentire parte di qualcosa di più grande, di un mistero profondo con cui convivere.
Che magia la poesia!
Ecco per tutti noi “La poesia” di Pablo Neruda, tratto dalla raccolta “Memorie di Isla Negra”, 1964.
Accadde a quell’età…la poesia
venne a cercarmi. Non so, non so da dove
venne, dall’inverno o dal fiume.
Non so come né quando
no, non erano voci, non erano
parole, né silenzio,
bensì da una strada mi chiamava,
dai rami della notte,
all’improvviso tra gli altri,
tra incendi violenti
o ritornando solo,
era lì senza viso
e mi toccava.
Io non sapevo che dire, la mia bocca
non sapeva
nominare,
i miei occhi erano ciechi,
e qualcosa batteva nella mia anima,
febbre o ali perdute,
e mi feci solo,
decifrando
quella scottatura,
e scrissi la prima linea vaga,
vaga, senza corpo, pura
stupidità
pura saggezza
di chi non sa nulla,
e vidi all'improvviso
il cielo
strappato
e aperto,
pianeti,
piantagioni palpitanti,
l’ombra perforata,
crivellata
da frecce, fuoco e fiori,
la notte travolgente, l’universo.
E io, minimo essere,
ubriaco del grande vuoto
costellato
a somiglianza, a immagine
del mistero,
mi sentii parte pura
dell’abisso,
cavalcai con le stelle,
il mio cuore si sciolse nel vento.
Ecco il testo in lingua originale di “La poesìa” di Pablo Neruda.
Y fue a esa edad...Llegò la poesìa
a buscarme. No sé, no sé de dònde
saliò, de invierno o rìo.
No sé còmo ni cuàndo
no, no eran voces, no eran
palabras, ni silencio,
pero desde una calle me llamaba,
desde las ramas de la noche,
de pronto entre los otros,
entre fuegos violentos
o regresando solo,
allì estaba sin rostro
y me tocaba.
Y no sabìa qué decir, mi boca
no sabìa
nombrar,
mis ojos eran ciegos,
y algo golpeaba en mi alma,
fiebre o alas perdidas,
y me fui haciendo solo,
descifrando
aquella quemadura,
y escribì la primera lìnea vaga,
vaga, sin cuerpo, pura
tonterìa,
pura sabidurìa
del que no sabe nada,
y vi de pronto
el cielo
desgranado
y abierto,
planetas,
plantaciones palpitantes,
la sombra perforada,
acribillada
por flechas, fuego y flores,
la noche arrolladora, el universo.
Y yo, mìnimo ser,
ebrio del gran vacìo
constelado,
a semejanza, a imagen
del misterio,
me sentì parte pura
del abismo,
rodé con las estrellas,
mi corazòn se desatò en el viento.
Pablo Neruda – “Poesia”: i versi più belli
- “…all’improvviso, tra gli altri”. Vi è mai capitato di camminare per strada in mezzo alla folla e sentirvi dentro ad una bolla? Immersi nella confusione, ma in una dimensione diversa. E lì nascono i ragionamenti più profondi, le riflessioni e…..la poesia. Altro che poeta isolato dal mondo in una casetta in mezzo al bosco: le poesie più belle, i pensieri più profondi spesso nascondo proprio tra la confusione. Sono certa che sia successo anche a voi!
- “…pura stupidità, pura saggezza di chi non sa nulla”. Quante volte succede di pensare a qualcosa e di sentirci stupidi e poi scoprire che il nostro pensiero così assurdo o troppo banale era già stato pensato da qualcun’altro che a differenza nostra ne ha fatto una vera teoria filosofica? Ecco questo è quello che intende Pablo. Spesso ci sentiamo stupidi nel pensare con saggezza e quando ce ne accorgiamo ecco che nasce la poesia.
- “…l’ombra perforata da frecce, fuoco e fiori, la notte travolgente, l’universo”. Non so se vi è mai capitato di meditare. Se non lo avete mai fatto, ve lo consiglio (questo articolo spiega bene come fare). Beh, quando si medita si entra davvero in se stessi e si può arrivare ad un momento in cui, a occhi chiusi, la luce ci sommerge. Sembra un pensiero newage, ma vi assicuro che è così: provare per credere! E’ come se fossimo coperti da un lenzuolo che all’improvviso si strappa e fa entrare una nuova consapevolezza di sè e del mondo attorno: come dice Pablo, l’universo ci travolge.
- “….il mio cuore si sciolse nel vento”. La poesia ha questo potere: fa sciogliere il cuore, nel senso che lo destruttura, lo rende parte di un qualcosa di più grande, lo fa vagare nel vento della vita andando a ripescare sensazioni ed emozioni vissute in passato. E’ magica.
I libri che ti consiglio
Se ti è piaciuto questo articolo, ecco qui qualche libro che ho letto e ti consiglio legato all’argomento trattato.
Se deciderai di comprare il libro o di continuare le tue spese dai link che trovi su questo articolo, aiuterai PopPoesia a mantenersi! E avrai tutta la mia gratitudine!
Autore: Pablo Neruda
Titolo: Poesie d’amore e di vita
Pagine: 256
Casa editrice: Guanda
Una selezione di poesie di Neruda in lingua originale con testo a fronte, ottima per iniziare a conoscere questo prolifico autore!
Se ti è piaciuto questo articolo di PopPoesia ti suggerisco di fare un giro su questa pagina per leggerne altri!
Buona lettura!
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